impatto ambientale materie plastiche

Quanto impattano le materie plastiche sull’ambiente?

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La plastica danneggia l’ambiente, gli animali e persino le persone.

I rifiuti di plastica funzionano come spugne: diversi studi hanno dimostrato che la plastica può potenzialmente assorbire sostanze chimiche e trasportarle all’interno dei diversi habitat naturali, dove vanno a danneggiare le diverse specie viventi.

In questo articolo vedremo più da vicino l’impatto ambientale delle materie plastiche e come ridurre queste conseguenze in ottica futura. 

Qual è l’impatto della plastica sull’ambiente

L’impatto della plastica sull’ambiente è deleterio per almeno cinque fattori predominanti. Vediamoli di seguito.

  1. La plastica ci sta sommergendo. i rifiuti di plastica si trovano nelle viscere di oltre il 90% degli uccelli marini del mondo, nello stomaco di più della metà delle tartarughe marine del mondo e soffoca persino le balene. Alla velocità con cui la plastica si accumula negli oceani del pianeta, si prevede che, entro il 2050, la massa di plastica negli oceani del mondo supererà la massa di tutti i pesci che ci vivono (vedi fonte).
  2. Le plastiche sono uno dei principali prodotti del fracking. Il fracking (tecnica che consente di estrarre dal sottosuolo idrocarburi come gas e petrolio da formazioni non convenzionali) è dannoso per il pianeta: inquina l’acqua, il suolo e l’aria con le tossine, e aumenta la pressione nelle formazioni rocciose sotterranee, destabilizzandole e provocando terremoti, anche in alcuni punti dove i terremoti sono rari. Uno dei principali prodotti del fracking è proprio la plastica. In pratica, i combustibili fossili rimossi dallo scisto e da altre formazioni rocciose vengono trasformati in pellet di resina che vengono utilizzati per produrre sempre più plastica.
  3. La plastica uccide. Ci sono circa 270.000 tonnellate di plastica che galleggiano nei mari del mondo e minacciano 700 specie marine con la loro presenza (fonte). Inoltre, vi sono prove crescenti del fatto che la plastica svolge un ruolo influente nell’aumento dei tassi di estinzione delle specie.
  4. Non tutta la plastica è riciclabile e non tutta la plastica riciclabile viene riciclata. Le persone sono spesso confuse dai termini “biodegradabile” o “compostabile”. Quando la plastica viene scomposta, significa semplicemente che un grande pezzo di plastica viene ridotto in un mucchio di pezzi di plastica più piccoli. Questi piccoli pezzi di plastica sono comunque indigeribili. Una minoranza di materie plastiche è “compostabile” o “biodegradabile”, il che significa che possono essere ridotte ai loro componenti chimici, ad esempio, nel compost domestico. Altre plastiche possono essere compostate con successo da strutture industriali o municipali solo dopo essere state separate da altre plastiche non biodegradabili.
  5. La maggior parte della plastica dura per sempre. La plastica sopravvive anche alle condizioni più difficili. Per questo motivo, la plastica probabilmente sopravviverà all’umanità stessa. 

Quanto a lungo può resistere la plastica nell’ambiente

I rifiuti di plastica sono uno dei tanti tipi di rifiuti che richiedono tantissimi anni prima di decomporsi. In media infatti, gli oggetti di plastica impiegano fino a 1000 anni per decomporsi nelle discariche. I sacchetti di plastica che usiamo nella nostra vita quotidiana ci mettono 10-20 anni per decomporsi, mentre le bottiglie di plastica hanno bisogno di ben 450 anni.

Quanto inquina la produzione della plastica?

Secondo il nuovo report dell’OECD (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) si evince che:

  • il consumo di plastica è quadruplicato negli ultimi 30 anni, trainato dalla crescita nei mercati emergenti.
  • La produzione mondiale di plastica è raddoppiata dal 2000 al 2019 arrivando a 460 milioni di tonnellate. La plastica rappresenta il 3,4% delle emissioni globali di gas serra.
  • La produzione globale di rifiuti di plastica è più che raddoppiata dal 2000 al 2019 (353 milioni di tonnellate). Quasi i due terzi dei rifiuti di plastica provengono da materie plastiche con una durata inferiore a cinque anni, con il 40% da imballaggi, il 12% da beni di consumo e l’11% da abbigliamento e tessuti.
  • Solo il 9% dei rifiuti di plastica viene riciclato negli USA (il 15% viene raccolto per il riciclo ma il 40% viene smaltito come residuo). Un altro 19% viene incenerito, il 50% finisce in discarica e il 22% elude i sistemi di gestione dei rifiuti e finisce in discariche incontrollate, viene bruciato in pozzi aperti o finisce in ambienti terrestri o acquatici, soprattutto nei paesi più poveri.
  • Nel 2019, 6,1 milioni di tonnellate (Mt) di rifiuti di plastica sono finite negli ambienti acquatici e 1,7 Mt sono sfociati negli oceani. Attualmente ci sono circa 30 Mt di rifiuti di plastica nei mari e negli oceani e altri 109 Mt si sono accumulati nei fiumi. L’accumulo di plastica nei fiumi implica che gli afflussi negli oceani continueranno per decenni a venire, anche se i rifiuti di plastica gestiti in modo errato potrebbero essere notevolmente ridotti.

Come ridurre l’impatto ambientale della plastica

Attualmente, la tecnologia dominante per il riciclaggio della plastica è il riciclaggio meccanico, che utilizza processi fisici, come la selezione, la macinazione e il lavaggio, per recuperare la plastica usata. La tecnologia di riciclaggio meccanico è costosa, richiede molta manodopera e generalmente produce plastica di qualità inferiore rispetto a quella nuova. La buona notizia è che a oggi è stato messo a punto il riciclaggio chimico della plastica, che potrebbe ridurre la quantità di plastica che finisce nelle discariche, riducendo così anche il rilascio di sostanze chimiche nocive nell’ambiente. Il riciclaggio chimico riesce anche a produrre prodotti di alta qualità (anche se è una tecnologia non ancora impiegabile su vasta scala), diminuendo così la domanda di combustibili fossili e altre risorse naturali. Il trend di rinnovamento è iniziato (a rilento), con l’Agenzia USA per la protezione ambientale (EPA) che si è posta l’obiettivo di aumentare i tassi di riciclo per i rifiuti domestici e commerciali dal 25% al ​​50% entro il 2030. 

Mentre dai dati del report OECD emerge che ​​la produzione globale di plastica da plastica riciclata – o secondaria – è più che quadruplicata da 6,8 milioni di tonnellate (Mt) nel 2000 a 29,1 Mt nel 2019 (anche se rimane ancora solo il 6% della produzione totale di plastica).

Plastica: non solo inquinamento ma anche opportunità

Dopo quanto letto si è tentati di demonizzare la plastica, ma realisticamente, la plastica in se stessa non è il male, anzi. Ci rende la vita migliore e più semplice. Ad esempio, lo spazzolino da denti è fatto di plastica. E allora perché non riusare le plastiche già esistenti anche per ridurre gli effetti dei cambiamenti climatici?

La chiave sta nella struttura chimica della plastica. La plastica è costituita da polimeri di molecole di carbonio, come l’anidride carbonica (CO2) e il metano (CH4). Se riuscissimo a rimuovere in modo permanente una parte dei gas CO2 o CH4 dall’atmosfera imprigionandoli nella plastica, eviteremo effettivamente che questi gas causino ulteriori danni al clima.

Alcune startup si stanno muovendo in questa direzione, perciò si spera che in futuro queste innovazioni ne portino altre, per poter riutilizzare la plastica in altre forme utili prevenendo la fuoriuscita di CO2 e CH4 dannosi nell’atmosfera.

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